Presa

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Presa si trova sul versante nord orientale dell'Etna, a circa 3 km da Piedimonte Etneo e a 600 metri di altitudine, e occupa la piccola valle ai piedi del Monte Finocchio, dalle cui profondità sgorga l'acqua.

A sud del paese, oltre il torrente Santa Venera che segna il confine con il territorio del comune di Mascali, si estende l'antica Sciara di Scorciavacca, campo lavico di un'eruzione avvenuta nel periodo tra l'anno 1000 ed il 1300, tagliata in mezzo dalla provinciale Presa - Montargano. Il paesaggio, urbanizzato solo in minima parte, conserva ancora intatte molte delle sue caratteristiche naturali.

Le prime notizie sul territorio di Presa derivano da numerose storie e leggende: nel 597 a Vena, borgata a pochi chilometri da Presa, un gruppo di monaci basiliani fondò su di un "terreno alpestre" uno dei sei monasteri voluti da Gregorio Magno in Sicilia, dedicandolo a Sant'Andrea. Nel 1135, il territorio di Presa acquisisce il titolo di baronia.

Fu la famiglia Gravina a prendere il possesso della baronia nel 1398; successivamente, persero la titolarità di Fiumefreddo e San Basilio in favore dei Parisi, dei Mancuso e dell'Università di Linguaglossa.

Deriva proprio dalla nascita di Piedimonte l'interesse dei Gravina per il feudo di San Basilio, noto per le sue risorse idriche e boschive. Il principe fece costruire un doppio acquedotto, che convogliava, le acque di San Basilio diramandole per tutte le terre della baronia. Pertanto, il suddetto luogo, prese il nome di Presa dell'acqua e costituisce il nucleo storico-urbanistico originario della frazione.

Dopo il terremoto di Messina, si verifica la scomparsa della storica sorgente; però il Cavo Nuovo non subì danni in quell'occasione e continuò a essere utile. Nel 1926,  viene scoperta una nuova sorgente nella proprietà di don Giacomo Ragonese, primo parroco di Presa.

Ben presto si può notare l’incremento demografico di Presa poiché giungono numerose famiglie dai paesi vicini e nuovi proprietari che beneficiano delle concessioni terriere da parte dei feudatari, cominciate nel 1790 con il principe Salvatore Gravina, sotto forma di colonia parziaria ed enfiteusi.

Nel corso del XX secolo Presa si trasforma in meta per numerosi villeggianti nei mesi estivi. Per primi vent'anni del XIX secolo, la borgata di Presa dipese dal punto di vista amministrativo e religioso dal Comune di Fiumefreddo di Sicilia, istituito nel 1801, quella che, dopo le riforma amministrative del 1817 introdotte dalla restaurata monarchia borbonica e la nascita dei comuni, apparve a molti come una ingiustizia.

Nel 1821 gli abitanti di San Basilio chiesero la separazione da Fiumefreddo e l'aggregazione a Piedimonte, vista la vicinanza geografica e culturale con la cittadina fondata dai Gravina. Nel 1826, dopo l'invio delle istanze da parte delle popolazioni e da parte del sindaco di Piedimonte Domenico Voces Todaro alla Corte di Napoli, il Re Ferdinando I acconsentì alla richiesta e con Suo Sovrano rescritto dell'11 luglio riunì "i borghigiani di San Basilio" per gli atti religiosi e civili al Decurionato di Piedimonte. A nulla valse l'opposizione di Fiumefreddo.

Il 1846, è l’anno in cui viene costruita la prima chiesa al servizio del centro abitato, di cui il Comune di Piedimonte curò fabbricazione e successive spese di culto. Da rurale quindi, la Chiesa divenne, con decreto vescovile, sacramentale e fu dedicata alla Madonna delle Grazie. Nel 1922 la comunità ottiene l’autonomia religiosa e la parrocchia di Presa inizia così il suo cammino indipendente nella fede sotto la guida di padre Giacomo Ragonese, cui nel 1964 succedeva don Salvatore Zappalà. I festeggiamenti in onore di Maria Ss. delle Grazie hanno inizio ogni anno nel corso della prima domenica di agosto, per concludersi solennemente la domenica successiva.